2.4Ghz: sorveglianza deturnata

2.4Ghz

Il nuovo progetto di RECYCLISM ™ si ispira, come altre opere, alla generosa musa delle tecnologie wireless. 2.4Ghz ™ sfrutta le wireless network camera distribuite sul territorio urbano in modo semplice ma interesante. BNJMN ™ GAULON si è preso la briga di girare per le strade di alcune città europee con un recivitore di segnali video wireless, come quelli utilizzati da previdenti genitori per monitorare i propri bambini, intercettando i segnali emessi da queste netcam, spesso facilmente tracciabili. Ciò che GAULON cerca di far trasparire è come questo tipo di tecnologia di sorveglianza, ormai molto diffusa e alla portata di tutti, possa essere usata per acquisire dati da altre tecnologie di sorveglianza. RECYCLISM ™ si rifà direttamente al detournement situazionista, come strumento capace di creare conflitto sociale ed esplicitare il contraddittorio della società borghese. In questo contesto è forse importante richiamare anche Michel De Certau e le sue ‘invenzioni del quotidiano’, poichè 2.4Ghz opera un cambio dei pattern di utilizzo della merce, trasformando un ‘innocuo’ strumento di sorveglianza per bambini in una tecnologia di quotidiana liberazione. Un progetto simile è il già recensito Interception, performance polacca che vede la rimozione di una video camera di sorveglianza e il suo utilizzo in contesti diversi, dove viene reso esplicito al pubblico l’intento della sua costruzione ed installazione (ovvero l’invasione della privacy, sorveglianza, etc…). Anche 2.4Ghz cerca di fare altrettanto, mostrando come quei segnali video nell’etere possano essere alla portata di tutti, e come tutti possano non solo fare la parte del sorvegliato speciale ma anche quella del mastino da guardia, realizando come possa essere semplice essere gli uni e gli altri. Tutto il progetto RECYCLISM ™ si presenta in modo interessante come filosofia che sfrutta l’accesso gratuito ai materiali di scarto (definiti proprietà pubblica) per trasformarli in qualcosa che abbia un nuovo uso e un nuovo valore. Purtroppo sembra creare un contraddittorio la sigla TM (Trade Mark) apposta a tutti i nomi dei progetti, facendo rientrare i materiali rielaborati nella logica della proprietà privata intellettuale, non più open, e neanche pubblica, non più reinoculabile nel sostrato creativo della società.