Feed: installazione interattiva come metafora dell’influenza dei media sul vivente

Feed

Secondo PierLuigi Capucci, curatore insieme a Franco Torriani dell’edizione italiana di Art Biotech di Jens Hauser, la relazione tra arte e vivente segue due percorsi distinti. Il primo, più antico, ha le radici nella materia organica e ha tratto nuova linfa da discipline scientifiche e tecnologie come la biologia, le biotecnologie, la genetica. Il secondo percorso, più recente, scaturisce da varie discipline tra cui la vita artificiale e la robotica sono forse le più rappresentative. La differenza sostanziale tra i due percorsi, al di là degli strumenti, delle tecnologie e delle discipline, è che nel primo la vita viene presentata – la si presenta – mentre nel secondo viene simulata – la si rappresenta. L’installazione ‘Feed‘, esposta di recente al Museum of Contemporary Art Taipei’s Zone_V2_ Unstable Media, combina ove possible I due percorsi. Il lavoro è composto da due meta’. La meta’ superiore è un muro di schermi televisivi, sintonizzati su canali a basso volume,. La meta’ inferiore è un giardino di felci che richiedono per sopravvivere una condizione di estrema luminosità. Gli schermi televisivi forniscono luce alle piante, le quali crescono in direzione degli schermi collidendo tra loro. I visitatori interagiscono con l’installazione perchè il giardino sopravvive grazie alla presenza dei visitatori stessi percepita da camere a raggi infrarossi e trasformata in luce. Cooper presenta il vivente per quello che è attraverso il giardono di felci ma anche applica il network biologico a quello sociale, il quale è a sua volta profondamente influenzato dai media. ‘Feed’ riassume la relazione tra media ed esseri viventi ridicolizzando chi spende le giornate di fronte alla televisione, nutrendosi di TV meals e notizie, credendo che la televisione sia l’unica fonte di conoscenza e divertimento.