Sistemi Emotivi, artisti contemporanei tra emozione e ragione

Emotional Sytems

Le ’emozioni’ hanno storicamente tracciato il confine fra l’uomo e la macchina. Solo in un futuro remoto (quello della fantascienza, di solito) le macchine erano in grado di essere intrecciate alle emozioni. Ora, nella vita reale, le emozioni sono trasmesse e mediate dalle macchine. Il nuovissimo CCCS, Centro di Cultura Contemporanea La Strozzina sarà inaugurato il 29 Novembre con la mostra Sistemi Emotivi, artisti contemporanei tra emozione e ragione. Il tema mette alla prova e prende di mira l’irrisolto problema della creazionee percezione dell’opera d’arte anche in una prospettiva neurologica. La mostra è curata da Martin Steinhoff e Franziska Nori (la quale ha curato negli ultimi anni seminali mostre come ‘I Love You‘ o ‘adonnam.mp3‘, ed è ora stata nominata come CCCS project director). Nella tradizione della curatela della stessa Nori, il programma include una parte didattica sull’arte esposta, una serie di conferenze e performance e un nutrito catalogo con scritti teorici e saggi sul tema. Fra i lavori selezionati, c’è l’installazione ‘Observance’ di Bill Viola capace di coinvolgere chiunque abbia sofferto una perdita importante nella propria vita, attraverso un flusso naturale di empatia; ‘Emotional Mapping’ di Christian Nold rileva la tensione e la traspirazione della pelle dei partecipanti a spasso per la città, visualizzando i dati su sistemi di mapping come Google Maps; ‘The Subjectivisation of Repetition’ di Yves Netzhammer nel suo riconoscibile stile del plasmare corpi umani astratti in 3D che agiscono, si trasformano e si fondono con altre forme conosciute o astratte in un flusso continuo di stupore, gioia e sconcerto; ‘Mechanics of Emotions’ di Maurice Benayoun, invece, incrocia i dati delle ricerche in rete con le loro origini geografiche, rendendole poi come stato emotivo degli utenti in una mappa globale in 3D fatta di parole visualizzate in tempo reale; ‘Air/Aire’ di Teresa Margolles invece è capace di giocare nel profondo con l’ambiguità degli oggetti e su come essi siano percepiti in contesti specifici. L’artista usa un condizionatore d’aria e il vapore di acqua presa dai laboratori dell’obitorio municipale di Città del Messico dopo essere stata usata per lavare corpi anonimi al fine di prepararli per l’autopsia. La coscienza conseguentemente stimolata diventa un’inevitabile parte del lavoro. Quindi, può l’arte indurre una reale discontinuità nella pressione arteriosa, cambiare lo stato mentale, stimolare improvvisi ricordi del passato e gettare ombre o luci nella nostra visione quotidiana? Fate un giro in questa mostra e poi ponetevi nuovamente l’interrogativo.