Muon, amplificatori animati

Muon

Metti insieme il designer gallese Ross Lovergrove, KEF (azienda britannica leader nella produzione di tecnologia acustica) e Moving Brands (l’azienda, tra gli altri, dell’artista multimediale Chris O’Shea), frulla tutto in quel potente mixer che è il Salone del Mobile di Milano e colloca il risultato all’interno della Sala del Cenacolo del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, otterrai una sorprendente «liquid experience», per usare le parole dello stesso Lovergrove. Liquida come un frullato appunto ed in effetti siamo di fronte ad un vero e proprio frullato di sensi dove gli affreschi settecenteschi si fondono con i riverberi che due speaker di alluminio (alti 2 metri) diffondono grazie alla propria forma organica (ed alla superficie riflettente). Ma l’esperienza della presentazione di Moun (questo il nome degli avveniristici speaker) non potrebbe dirsi veramente sinestetica senza il coinvolgimento dell’udito, a ciò ha provveduto O’Shea creando un sistema di interazione tra le luci monocromatiche che avvolgono le sculture giocando con l’intensità degli input audio, e gli squarci di luce colorata che accompagnano i momenti di musica. L’audio dunque, attraverso alcuni rilevatori delle frequenze e dei picchi, determina le reazioni della luce volumetrica la quale, a sua volta, crea una relazione tra i visuals riflessi nelle curve degli speaker ed il movimento dell’ombra nella stanza. L’installazione è stata realizzata su uno schermo gigantesco (10×5 metri), posto sul pavimento e costituito da 73,728 LED colorati. Lo schermo è stato prodotto da Creative Technology mentre i LED sono stati controllati da O’Shea attraverso un nuovissimo Barco MiTrix system. Mettiamo dunque anche queste due aziende o ingredienti nel nostro frullato ed avremo il tipico mix tra design, alta tecnologia e creatività prezzolata che caratterizza – da sempre – le giornate del Salone del Mobile milanese. Del resto il prodotto sfoggiato anima visivamente il suono, non a partire dalla sua struttura a priori (come avviene in certi settori del vjing), ma dalla sua produzione ‘fisica’ (gli amplificatori) riportati al centro della scena per ri-legittimarne il ruolo strategico e funzionale.

Vito Campanelli