C’è sempre stata una relazione stretta tra arte e pubblicità. Tanto in passato quanto ora, sono esistiti artisti che lavoravano per la pubblicità e altri con pubblicità nelle proprie creazioni. Anche se rintracciare una diretta derivazione dall’arte sarebbe eccessivo, comunque molti dei creativi di una volta erano artisti famosi e la pubblicità nelle sue prime espressioni seguiva l’estetica dell’arte visiva.La relazione risulta anche più ambigua sul web perché molti net artist hanno profili da developers. L’ambiguità è probabilmente dovuta alla doppia natura del web: è una piattaforma di scambio economico o un network spontaneo? Chi segue l’approccio social network non sopporta la presenza degli annunci pubblicitari sul web, come dimostrato dalla supremazia delle estensioni addblockers di Firefox che sono tra le più popolari e scaricate. Queste estensioni impediscono il download delle immagini pubblicitarie e le sostituiscono con uno spazio bianco. Steve Lambert e Evan Harper dell’EyeBeam Open Lab hanno fatto un passo ulteriore in questa direzione attraverso il progetto AddArt, un’estensione per il browser che sostituisce le pubblicità sulle pagine web con immagini artistiche provenienti da un database curato. Come si legge nella loro dichiarazione di intenti , “per molti mettere immagini bianche al posto dagli annunci sarebbe sufficiente. AddArt tenta di fare qualcosa di più interessante del bloccare le pubblicità – trasforma il browser in una galleria d’arte”. Il lavoro è ancora in fase prototipale, ma sembra promettente. Sarà supportato da un piccolo website che fornirà informazioni sui gli artisti e curatori correnti, insieme ad una scheda relativa agli AddArt shows passati e futuri. Ogni due settimane ospiterà dai cinque agli otto artisti selezionati da curatori emergenti o esperti. Gli artisti possono customizzare la scelta su alcuni siti oppure rivolgersi indistintamente a tutti gli annunci su web. Anche se solo una piccola percentuale degli utenti di Addblockers scaricassero l’estensione AddArt, le percentuali sarebbero consistenti col risultato impagabile di portare l’arte contemporanea sul desktop di una ampia gamma di persone.

Valentina Culatti