Distant Views / Culture Catchers, attivare suoni di territori lontani

Distant Views

Installata come ‘Distant Views‘ per il 2005 Boston Cyberarts Festial e successivamente come ‘Culture Catchers’ alla galleria G-A-S-P, l’opera dell’americano Michael Sheridan è una installazione sonora che consiste in una parete trasparente cui diversi dispositivi sono appesi per dare vita a una esperienza acustica interattiva e multicanale. Le apparecchiature esposte, come registratori digitali e microcomputer, necessarie per catturare e trasmettere segnali a onde corte, sono sostenute da ventose e ricevono suoni da tutto il mondo. Le azioni dei visitatori attivano i rilevatori di movimento e mettono in moto i suoni. L’idea deriva da un’esperienza fatta da Sheridan durante la produzione di un documentario in Eritrea. Dopo due giorni di guida lungo una sorta di africana inospitale terra di nessuno, attraverso un paesaggio devastato dalla guerra, egli incontra due uomini coperti di stracci intenti ad ascoltare una radio a onde corte. Il suono emesso dalla loro radio riconnette l’artista al mondo dopo un periodo di isolamento. Distant Views / Culture Catchers è una specie di muro del suono composto da uno flusso di coscienza internazionale. è sintonizzato per ricevere qualcosa di più di semplici segnali radio e parla di disorientamento, connettività e frammentazione, in accordo con l’interesse principale di Sheridan. Come lui stesso afferma, infatti, nella sua pratica artistica egli interpreta “gli aspetti emotivi e psicologici del modo in cui le persone affrontano la vita, cercando il punto di equilibrio tra stabilità e instabilità”. L’opera quindi ha le sembianze di una Torre di Babele digitale, capace di connettere l’umanità invece di dividerla.

Valentina Culatti