Mailia, email e AI.

Mailia

Una rete intelligente, in grado di compiere ricerche ed elaborare le info rmazioni seguendo una logica. Questo lo scenario che sembra affacciarsi all’orizzonte della ricerca sui linguaggi di programmazione prefigurato da visionari delle reti come Tim Berners Lee ma sognato, quanto temuto, da tutti i netsurfers. Sul treno dell’evoluzione in corsa verso la nascita di un web semantico sono saltati anche Martin Kuenz e Karsten Asshauer menti di triple-double-u.com. Assioma della filosofia che guida il progetto la capacità di analizzare le informazioni presenti in rete e, attraverso una serie di passaggi logici, riutilizzarle per la gestione di dati. Da una costola del progetto è nata Mailia, risponditore automatico in grado di gestire la posta elettronica. Si tratta di un software articolato e flessibile come un prodotto open source che apre i messaggi di posta in arrivo, ne analizza il contenuto e, dopo aver ricercato attraverso Google contenuti adatti ad elaborare una riposta pertinente, rispedisce il messaggio al mittente. Se il contenuto del messaggio può essere reso pubblico, viene aggiunto ad una sorta di database semantico dal quale verrà ripescato ogni volta che occorrerà produrre contenuti analoghi. Se da un lato la possibilità prefigurate da collegamenti telematici di qualunque genere e un’inedita forma del contenuto Web alimentano i sogni sull’A.I., dall’altro riaccendono il fuoco della polemica fra Apocalittici e Integrati di inizio millennio impegnati nel tentativo di ridefinire le relazioni individuali con l’inorganico e nel trovare la chiave di volta, la risposta definitiva a quella domanda che già Pascal e Leibniz si ponevano: “Può una macchina pensare?”