Difference Engine, extracting the metaphysics from the net

Difference Engine

Difference Engine è un’installazione realizzata dall’inglese James Coupe per la Stills Gallery di Edinburgo nel 2005. Deriva il suo nome dal famoso progetto per la costruzione di una macchina calcolatrice (il precursore meccanico dei moderni computer), partorito dalla mente del matematico Charles Babbage ai primi dell’Ottocento. La ‘macchina delle differenze’ di Coupe consiste in quattro nodi, ognuno dei quali controlla un indirizzo di posta elettronica attraverso un algoritmo che è in grado di valutare il testo presente in ciascun messaggio inviato a quell’indirizzo. In pratica, quegli stessi filtri che sono comunemente utilizzati per scandagliare le mail (e censurare quelle il cui contenuto rimanda all’odiosa pratica dello spam), sono stati adattati da Coupe allo scopo di individuare parole e frasi contenute nei messaggi che, rispetto a tutti gli altri precedentemente ricevuti da quell’account, possono essere classificate come uniche. Quando il nodo valuta il testo di un messaggio come unico ed inaspettato, sottopone la relativa stringa di testo ad una ricerca su Google, in tal modo riesce a ricavare nuovi significati attribuibili al contenuto della mail. Ad ogni nuova interazione dunque il nodo si evolve, acquisendo una propria specifica personalità. Ciascun nodo controlla anche un sistema di riconoscimento vocale, ciò gli permette di declamare sequenze di parole (tratte dalle mail che hanno dato vita a ricerche fruttuose) con una varietà di intonazioni ed armonie che è in relazione all’importanza attribuita dal nodo a ciascuna parola. Il significato profondo dell’istallazione di Coupe è quello di indurci ad una riflessione sull’impossibilità, sempre più evidente, di gestire quell’immane struttura di dati che è diventata Internet. Di fronte ai limitati mezzi umani, il ricorso alle macchine appare inevitabile, tuttavia Different Engine evidenzia anche come qualsiasi sistema, per quanto intelligente, non può fare altro che muoversi all’interno delle cornici semantiche attraverso cui l’uomo rappresenta se stesso, tra queste Internet. Se tale interpretazione è corretta, l’installazione di Coupe può rivelarsi utile anche per esplorare quegli aspetti latenti o dimenticati che sfuggono ai nostri processi cognitivi consapevoli, dunque una macchina per leggere quelle sfumature della realtà che, persi nel mare magno della Rete, non riusciamo più a percepire.

Vito Campanelli