Shadow Bag, la coscienza del corpo sullo schermo.

Shadow Bag

Normalmente esiste una percezione individuale della propria ombra? Che relazione si instaura fra il corpo e la sua proiezione nello spazio? Questo l’ambito che si propone di indagare Shadow Bag, un’installazione dell’artista newyorchese Scott Snibbe, attraverso un complesso di videoproiezioni che coinvolge il corpo dello spettatore in un sistema reattivo. Ogni volta che il visitatore cammina entro lo spettro luminoso del proiettore, la sua ombra viene catturata e ri-proiettata su uno schermo dando vita ad una serie imprevedibile di interazioni e comportamenti. A volte non c’è feedback, altre le ombre vagano da una parte all’altra, altre ancora le ombre si comportano come specchi. Quando lo spettatore muovendosi interseca una delle proiezioni questa collassa o si dissolve. Il lavoro, come richiama esplicitamente il titolo, si ispira alla teoria Junghiana dell’ombra del corpo paragonata ad un sacco che contiene tutti gli umani istinti animali e prosegue interrogandosi sulle ricadute sociali di questa ipotesi. Attraverso il principio interattivo su cui è basato il progetto, Snibbe, pur portando alla luce la complessità dei comportamenti individuali di fronte al proprio e altrui alter ego proiettato, cerca di promuovere il senso di interdipendenza, l’interazione amichevole fra estranei e di aumentare la concentrazione su se stesso del visitatore. Sono i partecipanti a costruire il significato dell’opera attraverso un processo di presa di coscienza del proprio corpo in tutte le sue manifestazioni, il quale, secondo le parole del filosofo Merleau Ponty risulta essere la via d’accesso privilegiata al mondo. “Il corpo proprio è nel mondo come il cuore nell’organismo: mantiene continuamente in vita lo spettacolo visibile, lo anima e lo alimenta internamente, forma con esso un sistema”.