Interrogation Machine : Laibach and NSK

Alexei Monroe

The MIT Press, ISBN 0262633159
I Laibach e il movimento della Neue Slowenische Kunst hanno rappresentato negli anni ottanta e novanta un oggetto brillante e controverso, un evidente salto nel futuro senza paracadute, con le effigie del passato innalzate a monumento solo dopo avervi apportato un’adeguata manipolazione concettuale. Se ‘precursori’ è uno dei termini più usati per definire il gruppo sloveno, esso racconta solo una parte del complesso insieme di strategie usate per esprimere la crisi sociale della storia, del territorio, e, soprattutto della memoria. Nei territori della ex Yugoslavia, e in particolare nella Slovenia, terra natale del gruppo la memoria ha sperimentato l’impossibilità di sedimentare nei rapidissimi cambiamenti a cui è stata sottoposta. L’impalpabile transizione dalle icone del socialismo alla dilaniante (esterna) guerra civile e alle nuove relazioni con l’Europa fino ad allora ‘separata’, può essere letta nelle ambigue azioni del gruppo. La storia fluttua fra icone, oggetti e suoni e il territorio si liquefà nella negazione dell’appartenenza e nelle relazioni che lo determinano di volta in volta. In questo scenario l’ambivalenza è stato uno dei loro maggiori punti di forza, spiazzando le attese e provocando continuamente dubbi e interrogativi, forieri di una visione critica, che scardinata la propaganda, usandola come medium prescelto di comunicazione, li ha fatti diventare a pieno titolo, secondo la loro stessa definizione, “ingegneri dell’animo umano.”