Go-Logo, outsourcing al contrario per logo automatici

GoLogo

Il progetto di outsourcing , presentato al ReadMe 100, Temporary Art Factory dal software artist Leonardo Solaas, trova il suo principio fondante in una constatazione di natura socio-economica. Esiste un gap sostanzioso tra gli stipendi percepiti nei paesi sviluppati e i salari dei paesi emergenti. La differenza rende il fenomeno dell’outsourcing, ovvero l’affidamento a terzi di specifiche funzioni o servizi, appetibile per entrambi i soggetti coinvolti: da un lato il datore di lavoro, esponente della ricca minoranza, può risparmiare sui costi di produzione, dall’altro l’impiegato, talento del ‘terzo mondo’, si avvantaggia di una paga più alta. Ma quel che sembra un fair trade è in realtà una forma di sfruttamento, corrotto alla base dall’avidità dei primi, che intascano un’alta percentuale dei guadagni, e dalla competizione tra i secondi, costretti ad abbassare i prezzi per ottenere le commesse e a impiegare la loro know-how al servizio di altri. L’idea dell’argentino Solaas mira a sovvertire le regole di questo scambio iniquo attraverso la stipula di un particolare accordo in cui l’artista, il ‘Contractor’, mette a disposizione la propria conoscenza per sviluppare il progetto di uno tra gli eventuali ‘Employers’ interessati a fare un proposta. L’idea viene scelta dall’artista e il proponente la vede realizzata e diviene padrone dei diritti come se lui stesso ne fosse l’autore. Nel caso specifico il contratto ha visto la partecipazione anche di un ‘MetaEmployer’, Readme 100 Temporary Software Art Factory, incaricato del pagamento. Nel formulare la proposta l’ Employer ha tenuto conto del background dell’artista, delle sue competenze e dei suoi interessi. L’artista ha invece scelto l’idea per lui più stimolante e fattibile. Quest’ultima è risultata essere ‘Go-Logo’ di Eric Londaits. Anche l’ideatore è partito da una riflessione sulla società contemporanea, sostenendo che l’unica chance per ottenere visibilità ed essere ascoltati in futuro sarà quella di avere ‘a flashy logo and a catchy tune’. Go-Logo non è altro che un kit di sopravvivenza che consente di realizzare istantaneamente un logotipo unico ed accattivante. Solaas ha sviluppato un’applicazione flash che genera in maniera randomica delle immagini in risposta all’input, le parole, che l’utente digita nell’apposito campo. Quello di software art è un concetto in costruzione, ma se accettiamo la definizione di Florian Cramer secondo il quale è forma d’arte, la cui materia è l’algoritmo e la cui finalità è un concept creativo per l’applicazione, allora quella di Solaas è un buon esempio di codifica artistica.

Valentina Culatti