120 Thousand Ways to be Kept Awake.

120 Thousand Ways to be Kept Awake

Il disturbo associato ad un ineluttabile rumore (il lavandino che gocciola, ad esempio) ha una continua ripercussione sulla nostra psiche, sia pur travalicando la nostra coscienza costante. L’esperienza dell’artista Alexander Berman è quella di avere nella sua stanza da letto (di una casa in affitto) un calorifero che emette un ‘click’ percettibile in momenti di silenzio e soprattutto durante la notte. Di fronte al rifiuto del padrone di casa di riparare il calorifero stesso, Berman ha compilato un impressionante relazione sul fenomeno, registrando in digitale i suoni emessi per 18 giorni, visualizzandoli con un software di elaborazione grafica appositamente sviluppato. Il tutto, incluso un cd con campioni audio, è stato inoltrato al padrone di casa (senza risposta) ma anche messo in mostra come installazione alla Galleria Win-Win di Göteborg, intitolata 120 Thousand Ways to be Kept Awake. Il lavoro mostra come la possibilità di registrare il quotidiano in un inaudito dettaglio, e poi di esibirlo in pubblico, crea una condivisione di esperienze personali, difficilmente immaginabile in un recente passato. L’analisi e la documentazione, in questo caso, sfruttano la tecnologia per dipanare una frustrazione, trasformandola in un punto di forza, ossia la sua coscienza, astraendola empaticamente negli spettatori.