Sequences, cronofotografia contemporanea.

SequencesA Londra, presso la galleria Furniture Works, si è inaugurata Sequences

, mostra che celebra l’arte e la storia della cronofotografia. Sviluppatasi alla fine del diciannovesimo secolo principalmente grazie al contributo di étienne-Jules Marey ed Eadweard Muybridge, la cronofotografia è una tecnica fotografica che utilizza una serie di immagini in sequenza volte a raffigurare ed esplorare l’idea di spazio, tempo, movimento e durata del moto. Per celebrare lo spirito dell’antica cronofotografia, espongono le proprie opere quindici artisti contemporanei, tra cui Tim Macmillian, pioniere nell’utilizzo di “Bullet Time”, una delle più evolute tecniche cinematografiche contenute in “The Matrix”; Patrick Tarrant presenta l’opera “Planet Usher”, un archivio audiovisuale creato dal fratello dell’artista, nato sordo e destinato a divenire cieco a causa degli effetti della sindrome di Usher; l’opera “Border” di Darren Almond mostra a un ipotetico viaggiatore due segnali stradali con la scritta Oswiecim (nome polacco di Auschwitz). Oltre alle opere contemporanee, la mostra presenta delle opere storiche di Marey, Muybridge e altri antichi fotografi, e congegni ottici tipici dell’epoca vittoriana quali il caleidoscopio, il cinetoscopio, la lanterna magica e la camera stereoscopica. I visitatori possono altresì utilizzare le riproduzioni di questi apparati, creare strisce e dischi di sequenze di immagini e disegni, dando vita a opere personali. Il curatore della mostra, Paul St George, ha commentato l’evento rilevando che negli ultimi cento anni la cronofotografia si è sviluppata sempre sul sentiero tracciato dal cinema, e che in questo momento invece può emanciparsi da esso, tornando alla ribalta grazie all’arte digitale e alla fotografia sperimentale. Indubbiamente, nell’età mediatica, liberandosi definitivamente del tradizionale concetto di mimesi, l’immagine sembra arrivare a rispecchiarsi e ad esaltarsi nella sua stessa immanenza, proprio mentre alcuni artisti contemporanei stanno riscoprendo quanto una rinnovata riflessione sulla cronofotografia offra inediti spunti nell’ambito dell’esplorazione estetica dei media, in particolare nella percezione soggettiva del tempo e dello spazio, e in quello ‘studium’ e ‘punctum’ di una fotografia, ossia in ciò che secondo Barthes fa esistere una foto “semplicemente,… (per me)”.

Eleonora Calvelli