The Peoples’ Portrait, l’autore come produttore.

The Peoples' Portrait

Il 27 ottobre, a New York, è stato inaugurato The Peoples’ Portrait, un progetto multimediale concepito dall’artista cinese Zhang Ga e commissionato dal Multimedia Art Asia Pacific Festival (MAAP) e il Duch Electronic Arts Festival (DEAF04). L’opera ha debuttato simultaneamente in varie città in tutto il mondo, ed è sponsorizzata dalla Reuters, che per l’intero mese di novembre metterà a disposizione i propri megaschermi situati nella sede di Times Square. Cinque strutture, situate a New York presso il Times Square Alliance Information Center, a Singapore nel Central Business District, a Rotterdam, a Brisbane in Australia e a Linz in Austria, saranno adibite alla ripresa in digitale di passanti che desiderano essere fotografati. Ogni venti secondi un server centrale, registrerà i ritratti in un archivio, mostrandoli inizialmente in ordine sequenziale e poi in modo casuale, sia nel luogo in cui sono stati ripresi, sia negli altri luoghi che partecipano all’evento. Il progetto inoltre è strutturato su due livelli collegati: la proiezione delle immagini avverrà non solo sui megaschermi presenti nei centri urbani, ma anche sui siti web d’importanti musei, quali il Whitney ArtPort e il Media Center for Art and Design a Barcellona. L’opera concettuale multimediale di Zang Ga, raccogliendo l’eredità di due precedenti esperienze come Hole In Space (1980) e The World In 24 Hours (1982), si estrinseca attraverso alcune coppie simboliche di opposti, come uomo-donna, spazio-tempo, reale-virtuale, locale-transnazionale, le quali, attraverso il loro significato metaforico, stimolano il pubblico a assumere diversi punti di vista, suggerendo un possibile collegamento tra uomini e donne di differenti razze e culture, sulla base del “relativismo culturale”, tendenza epistemologica su cui è fondata la maggior parte del multiculturalismo contemporaneo; il progetto esplora altresì la costituzione del sé sociale, ossia “il riconoscimento che (un individuo) ottiene da parte dei suoi pari”, tanto che esistono “molteplici sé sociali nella misura in cui ci sono individui che lo riconoscono e che costruiscono un’immagine del soggetto nella loro testa” (William James). Grazie all’opera di Zang Ga, volta ad analizzare il concetto di paternità di un’opera e quello dell’interazione tra pubblico e arte, è possibile fare riferimento al pensiero di Benjamin il quale sostiene che l’autore è egli stesso produttore e non può essere considerato al di fuori del processo produttivo, né con il compito di rispecchiare il mondo (Lukàcs), né con quello di rifiutarlo (Adorno). Benjamin considera il nesso tra società e arte su un piano paritario, nel senso che non è importante stabilire qual è la posizione di un’opera “_rispetto_ ai rapporti di produzione dell’epoca”, bensì capire come essa si collochi _nei_ rapporti di produzione. Nell’epoca della moderna “riproducibilità tecnica”, Benjamin vede emergere il “valore espositivo”, ossia la possibilità di un’esperienza più diffusa, libera e critica dei prodotti artistici; lontano dall’adesione al mito del progresso, Benjamin attribuisce un ruolo fondamentale alle innovazioni tecniche, sottolineando tuttavia il fatto che esse possono essere sfruttate in senso distruttivo o produttivo, e ogni momento storico si trova di fronte a tale bivio, in cui risulta determinante la scelta politica. Considerando in ultima analisi che, in seguito all’affermarsi della NetArt, il flusso artistico ha iniziato a muoversi in direzione da molti a molti e, grazie all’uso dei media elettronici, persone in tutto il mondo possono concepire identici pensieri e sensazioni nel medesimo momento, avendo quasi la percezione di vivere nello stesso “villaggio globale” (McLuhan), è possibile notare quanto l’introduzione di una nuova tecnologia o di un nuovo medium, in questo caso l’happening fotografico simultaneo in Rete e su schermo, non intervenga come un agente esterno, ma emerga proprio nel cuore dei contesti culturali, creando e modellando un network che può esprimersi in termini fisici, sociali, estetici, economici e in cui il pubblico stesso figura autore e produttore.