Biopresence Transgenic Tombstones.

I luoghi pubblici di sepoltura rappresentano soprattutto la memoria di una comunità, la rappresentazione delle presenze che l’hanno costituita storicamente. Essi sono i geni che hanno costruito l’organismo vivente rappresentato dalla stessa comunità, vivo e in continua evoluzione. A sintetizzare questi concetti sono riusciti in maniera eccellente Shiho Fukuhara e Georg Tremmel, due artisti che nell’ambito del loro progetto Biopresence hanno realizzato alcune installazioni di arte biotech denominate Transgenic Tombstones. Il metodo che essi hanno creato permette di immagazzinare il DNA di una persona umana all’interno di un albero o di una pianta, senza influenza i geni dell’organismo ospitante. In questo modo gli organismi diventano delle ‘lapidi viventi’, o delle ‘tombe transgeniche’, che dir si voglia, che portano all’interno della loro evoluzione, una memoria essenziale di un altro essere (umano). L’innesto di informazioni all’interno di un organismo vivente, come avviene in una prospettiva linguistica all’interno di Genesis di Eduardo Kac, rappresenta un’ibridazione di generi all’interno di uno stesso comune linguaggio e, al contempo, una propagazione di una grammatica essenziale ma passiva (il DNA di un individuo scomparso) in altre grammatiche essenziali ma attive. Ciò che in definitiva viene propagata è la memoria, ossia un’insieme d’informazioni che ricostruiscono l’immagine fisica di qualcosa che non si vede più.