Behind the Blip

Autonomedia, ISBN 1-57027-139-9
‘Behind the Blip’ va finalmente a colmare la sempre più impellente necessità di un’analisi critica e pragmatica di quella complessa e sfuggevole entità chiamata ‘software’. La presenza costante, pervasiva e impalpabile di interfacce interpretative e ontologie di segni per ogni tipo di comunicazione fra uomini (e fra uomini e macchine), offre miriadi di spunti riflessivi sull’affollato ecosistema di informazioni e relazioni mediate che si è intessuto nell’ultimo decennio. Dalla sua storica esperienza di realizzazioni artistiche e teoriche (da ‘The Web Stalker’, fra i primi browser alternativi a ‘Natural Selection’, motore di ricerca sensibile a tematiche razziste, ancora a ‘Text-FM’, lettura di sms senza alcuna moderazione/censura da parte di un sintetizzatore vocale collegato ad una stazione radio), l’autore ripercorre ed estende, ampliandone strategicamente le maglie analitiche, il mutato concetto di software. Questo viene scadagliato da molteplici punti di vista, sia come costrutto di produzione immateriale finalizzata a determinati risultati, che come livello interpretativo di un qualsiasi prodotto mediatico. Preziosa è l’analisi della figura iconica e metaforica dello ‘user’, sapientemente configurata come un’entità (plasmata dall’interfaccia), creata ad uso e consumo dell’industria dell’IT. I presupposti di controllo sociale e culturale costruiti dalla stessa industria vengono scossi alle fondamenta, mentre si tracciano nuovi fertili percorsi interpretativi che si intersecano con osservazioni sul campo e attraversano abilmente diverse discipline. E questa si rivela una delle strategie più interessanti, in quanto partendo da prospettive originali, quali sperimentazioni in architettura, video e letteratura fantascientifica, sintetizza visioni precise dell’insinuarsi continuo del codice nello sviluppo sociale e culturale, sublimato, ad esempio, in una eccellente e impietosa analisi di Microsoft Word.