Various Artists – Les Éspaces Electroacoustiques III

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2CD – Col Legno

Cinque composizioni su un primo cd e quattro sul secondo: è questo il risultato della terza uscita scaturita da un interessante progetto di ricerca dell’Istituto per la musica informatica e la tecnologia del suono dell’Università delle arti di Zurigo (ICST), che per l’occasione ha selezionato opere elettroacustiche realizzate a partire dalla metà degli anni ’80 fino a quasi ad arrivare ai giorni nostri. L’idea di fondo è stata quella di sperimentare come dei brani realizzati in maniera analogica potessero oggi essere tradotti – grazie a sistemi digitali – senza perdere la loro originaria qualità. Si tratta cioè di casi di studio sulla pratica esecutiva della musica elettronica dal vivo, considerando in particolare l’evoluzione che è stata indotta dall’introduzione delle tecnologie digitali. All’ ICST l’articolata compresenza di competenze incoraggia progetti che esaminano il rapporto tra tecnologia e pratica musicale sia utilizzando metodi di ricerca scientifica, sia tenendo in considerazione quelle che sono le peculiarità artistiche delle composizioni elettroacustiche analizzate. Questa duplicità di traiettorie non deve esser priva di risvolti problematici, visto che non sempre questi differenti ambiti sono sovrapponibili. La selezione parte con “Flute Control” di Thomas Kessler, una composizione messa a punto fra il 1984 e il 1986, dove l’autore cerca di collegare lo strumento e il computer in interazioni musicali molto strette, uno dei primi esempi di setting live cameristici nei quali la programmazione del software risulta decisiva ai fini d’una resa ottimale. Con la seconda opera selezionata, “Nuits, Adieux”, si passa agli anni novanta, con Kaija Saariaho che innesta elementi elettronici – elaborati all’IRCAM con il supporto di Jean-Baptiste Barrière – congiuntamente a un’ensemble completa di soprano, mezzo soprano, tenore e basso, supportata da una struttura combinatoria piuttosto fitta e cadenzata. Si salta poi di colpo al 2016 con Horacio Vaggione e la sua “Shifting Mirrors”, una composizione sviluppata in stretta collaborazione con il sassofonista Pedro Bittencourt La partitura che pur presenta una certa discrezionalità rispetto alla combinazione degli elementi, mantiene una struttura tonale precisa e tipologie sonore e tecniche di esecuzione dei file accuratamente progettate. “pressure-divided” del 2015 vede invece Hans Tutschku alle prese con un sistema di altoparlanti a 8 canali che circonda il pubblico, mentre Georg Friedrich Haas in “Ein Schattenspiel” del 2004, è incentrato su spostamenti sequenziali di strutture armoniche e variazioni microtonali. Si ritorna al 1995 con “Sottovoce” di José Manuel López López, basato su sequenze vocali precomposte che generano materiali poi elaborati elettronicamente, mentre con “… of Silence” di Marco Stroppa si ritorna nel nuovo millennio, precisamente nel 2007, con un audio setup che comprende un altoparlante a sorgente multipla rispetto al quale il sassofonista durante la performance cambierà più volte posizione, seguendo azioni elettroniche impostate con MaxMSP. “Differenz / Widerholung 6a” di Bernhard Lang risale invece al 2002 ed è stata scritta per un’ensemble comprensiva di flauto, sax tenore e pianoforte. Si chiude la corposa raccolta con “Instrumente und ElektroAkustisch Ortsbezogene Verdichtung (Das Blaue vom Himmel)”, composta da Peter Ablinger a metà anni novanta, esplorando l’acustica interna del corpo del violoncello e l’acustica esterna di una breve field-recording. Alla Col Legno, etichetta viennese dedita alla musica contemporanea nelle sue varie declinazioni fin dai primi anni ottanta, possono essere soddisfatti del lavoro svolto. La raccolta pur non essendo certo esaustiva di quelle che sono tutte le relazioni fra musica d’avanguardia, computer e programmazione, offre un avventuroso excursus che i cultori del genere non potranno che apprezzare.

 

Various Artists – Les Éspaces Electroacoustiques III