Marc Matter – Could Change

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LP – Futura Resistenza

La tradizione delle avanguardie storiche del novecento ancora produce un ideale confronto fra differenti generazioni se per presentare un’opera come Could Change di Marc Matter e spiegarne il senso si tira in ballo un assoluto classico, scritto più di 50 anni fa, I Am Sitting In A Room di Alvin Lucier, composizione nella quale l’autore metteva in evidenza le risonanze acustiche specifiche di uno spazio neutro e alcune basilari leggi della registrazione, dando inizio a tutto un filone metamusicale che letteralmente è incentrato sui processi e non sul realismo delle narrazioni o sulle atmosfere e che non si poggia sulle attentamente studiate combinazioni di accordi della vulgata dodecafonica. Matter, sound artista ed eclettico sperimentatore intermedia, ha esordito alla fine degli anni ’90, collaborando con l’Institut für Feinmotorik, del quale è stato anche uno dei fondatori. Il suo approccio sperimentale e multiforme lo ha fatto spesso spaziare negli ambiti dell’editoria d’artista, dell’arte acustica e della poesia sonora e visiva. Insieme a Marcus Maeder e Bernd Schurer, Matter ha anche interpretato un romanzo dadaista di Hugo Ball sotto forma di radiodramma sperimentale per Radio DRS2. In “Could Change”, opera di quasi 24 minuti, come nel pezzo appena citato di Lucier, più o meno della stessa durata, è sempre il loop di una registrazione vocale a focalizzare l’attenzione degli ascoltatori, una clip registrata a intervalli che cambiano progressivamente ed esibiscono il fraseggio della voce, in questo caso computerizzata, che evolve e cambia impercettibilmente un vacuo canovaccio testuale. L’effetto – al di là d’ogni tentazione di gradevolezza – è ipnotico e serrato, con cambiamenti quasi impercettibili nel tempo che fanno sprofondare all’ascolto in un ambiente virtuale indefinito e giaculatorio, come un mantra, insomma, ma dove il “verbo” non ha alcun significato intelligibile, cambiando in continuazione come il titolo stesso evoca. Tecnicamente quello che accade è che frammenti ripetuti di un linguaggio incomprensibile nella sua iterazione più o meno mozza ma efficace assurgano a una dimensione altra e degna di nota, nelle inedite sembianze di musica meditativa e di celebrazione accorata d’una avanguardia pre-internettiana.

 

Marc Matter – Could Change