We Like We, Jacob Kirkegaard – Time Is Local

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LP – Sonic Pieces

Sul periglioso crinale che collega virtualmente gli ambiti concettuali specifici della drone music, del dark ambient, dell’experimental e del modern classical, Jacob Kirkegaard insieme a We Like We – combo composto da Josefine Opsahl, Katinka Fogh Vindelev, Katrine Grarup Elbo e Sara Nigard Rosendal – dà vita a un progetto dalle pulsioni decisamente noir, cinematiche ed evocative, fitte di paesaggi cupi, distopici, intrisi di una violenza sintetica e surreale. La tensione, insomma, è quasi rimembrante di certe “scenografie” ballardiane e rapisce per l’attenzione ai piccoli dettagli e la forza d’insieme, con i musicisti che scelgono un registro sperimentale, abrasivo ma anche lirico, scollegato da una materialità ordinaria e più volentieri in sintonia con una visione un po’ magica e ultraperiferica. In realtà le registrazioni – lo scopriamo solo successivamente ai primi ascolti – sono state effettuate nelle sale del Museo Thorvaldsens di Copenaghen, in pieno centro storico della capitale nordeuropea, uno spazio museale nato per iniziativa di Federico VI di Danimarca, un luogo assai simbolico e pregno di suggestioni classiciste. Fra i solchi l’ossessione serpeggiante pare essere quella del tempo, un presente incombente, fitto di trame astratte e tentativi di narrazioni sensibili. Non è un caso, infatti, che Time Is Local sia stato costruito a partire dalle oltre 12 ore delle istallazioni dal vivo, frutto delle performance messe in scena nel succitato museo. Il risultato, a prescindere da come sia stato realizzato il tutto, è risolto in trame piuttosto coese e avvincenti, seppure non è da escludere che molte delle sequenze musicali siano d’origine improvvisativa, dettate anche dai particolari ambienti nei quali i musicisti si sono esibiti. Immaginiamo i suoni prodotti e le austere statue di marmo di Bertel Thorvaldsen, muti spettatori aggiunti d’una siffatta contemporanea rappresentazione, dove anche i titoli delle singole tracce alludono al neoclassicismo, riferendosi per la gran parte a divinità mitologiche greche. Ogni pezzo è quindi frutto di una delle caratteristiche architetture acustiche delle dodici sale utilizzate, mettendo in atto tutte le possibili relazioni fra gli strumenti (violoncello, voce, violino e percussioni), con Kirkegaard che si riserva il ruolo di gestire le scansioni, attivare i meccanismi che mettono a confronto spazi e performer, ordinando ricordi e qualsivoglia informazione auditiva.

 

We Like We, Jacob Kirkegaard – Time Is Local