Xabier Erkizia – Il Rumore Lontano

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CD + book – SUPSI

Non sono poche oramai quelle produzioni nel campo dell’audio-art e della ricerca musicale più colta, nelle quali sono intrecciate fra loro differenti forme artistiche e disciplinari, nella simbiosi di suoni, immagini, narrazioni, teorie e filosofie, offrendo uno sguardo altro rispetto ai rigori delle accademie e rifuggendo la banalità di certa musica contemporanea meno riflessiva e critica. “L’eco che arriva da lontano scioglie sempre l’orecchio”, così sintetizza poeticamente il senso del progetto Xabier Erkizia, al quale si deve questo Il Rumore Lontano, edito dal Dipartimento Formazione e Apprendimento della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana. L’autore sembra ben consapevole di quanto il contesto di un’opera contemporanea – quello che gira attorno ai suoni: come i pensieri, la cultura, la storia e le emozioni – sia altrettanto importante dei suoni stessi, che possono imprimersi anche come “annebbiati” nell’ascolto, fino poi a diventare più “vicini” e “trasparenti”, incontestabilmente nitidi e seducenti. Non sempre i musicisti di formazione più scolastica – classica ma anche moderna – per loro formazione e atteggiamento riescono a cogliere questa bellezza, faticando non poco nel confrontarsi con differenti codici che non siano quelli delle spesso asfittiche analisi “tecniche” di una composizione. È quello che puntualmente avviene nel caso delle field recordings, un “genere” che nato a partire da necessità scientifiche – in ambito antropologico soprattutto – si è evoluto differentemente, facendosi portatore d’una sensibilità più estetica ed evocatrice di luoghi, percorsi e stati d’animo. Erkizia presenta in quest’uscita un taccuino sonoro di più viaggi in treno, dalla stazione di Locarno a quella di Veracio in Centovallina, poi su treni diversi nei pressi di Bellinzona, Chiasso, Locarno e su alcune funicolari. Queste registrazioni – per dovizia di particolari e qualità delle catture auditive – vibrano sempre elegantissime e a tratti maestose, anche nei momenti d’assenza, nelle stringate interviste o nei consueti annunci ai passeggeri. “Nell’abbraccio offuscato che offre la distanza, il rumore lontano è la musica vicina”, chiosa lo sperimentatore iberico e le sue parole s’imprimono come una sorta di carezza immateriale che ci lascia in uno stato di sospensione e pacificazione. Il progetto ­– che è stato meticolosamente assortito grazie anche alla supervisione di Lorena Rocca – è accompagnato da un’altrettanto corposa sezione testuale, ampiamente descrittiva dei passaggi-paesaggi e delle molteplici esperienze attraversate.

 

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