Amantra vs Submerged ‎– Lost Direction

amantra-vs-submerged-%e2%80%8e-lost-direction

CD – Kvitnu

Ripetizioni sintetiche e atmosfere rituali, un po’ cupe e chiesastiche, c’accolgono fin dai primi solchi, facendosi man mano più spaziali, vibranti e cosmiche. Un tremore continuo, come frutto d’una meditazione delirante ed euforica pervade gli spazi, riempiendo d’una presenza misterica tutta la prima traccia di oltre sedici minuti. Thierry Arnal e Ohm Resistance, che qui si presentano sotto i moniker di Amantra e Submerged, tengono a mantenere alta la tensione, disponendo di tentacolari ganci elettronici e sviluppando un apparato quasi sinfonico, ipnotico e potente, stemperato solo in alcune parti della seconda registrazione (di poco più d’un minuto lunga rispetto alla prima). La brutalità e crudezza delle sequenze viene rabbonita nel complesso da centellinati inserimenti eclettici che incorporano anche elementi melodici, industrial o folk, infondendo un’incertezza sulle fonti d’ispirazione, che evidentemente si preferiscono mantenere celate o comunque non esplicite, vergate soprattutto da un gusto personale e mai in linea con sottogeneri precisi. Alla Kvitnu, etichetta viennese che vanta molti estimatori nelle enclave elettroniche internazionali, un simile approccio multiforme immaginiamo sia assai gradito. Dmytro Fedorenko e Kateryna Zavoloka, ai quali si deve la direzione artistica della label, non fanno mistero, infatti, di amare sia le sperimentazioni più radicali e concettuali che le scene tecnoidi, essendo inclini a suggestioni esotiche e melodiche, ma certo non disprezzando concatenazioni ultra-futuribili e macchiniche, muovendosi quindi in zone liminari della ricerca musicale contemporanea. Non ci stupiremmo nemmeno se qualcuno parlasse in questo caso di post-rock o di distorsioni elettroniche che ricordano certi assoli della psichedelia anni ’60, o se altri tirassero in ballo fra le possibili assonanze i Mogwai e la loro carica visionaria, iterata ed epica. L’ampia varietà di suggestioni stilistiche tiene viva l’attenzione, nei procedimenti utilizzati e nella narrazione tentacolare, nelle intime e strane pieghe delle registrazioni, intense, oniriche e sensibilissime. L’assenza di ritmo non sembra essere un problema per gli autori, vista la matrice cinematica delle sequenze, che esprimono tutta la loro forza imponendo un ciclo temporale decisamente oscuro e immanente, orchestrale ed oppressivo. Oblique manipolazioni ambientali, sperimentalismi assortiti, sintetizzatori ed effetti, una potenza lenta e inarrestabile: è questo il costrutto a disposizione, lancinante e crescente, mentre i minuti passano coinvolgendo l’ascoltatore in maniera sempre più fisica, sorprendente e malsana.

 

Amantra vs Submerged ‎– Lost Direction