Ad lib., discreet machine requiem

adlib

La medicina e la musica hanno una storia passata in comune, risalente alle tradizioni shamaniche che vivono all’interno di pratiche contemporanee e che mirano a guarire attraverso il suono. Michele Spanghero sfrutta in maniera trasversale questa credenza con Ad lib. Una scultura sonora inquietante dove l’apparecchiatura medica viene utilizzata per far suonare le canne di un organo. Il titolo dell’opera è preso dalla terminologia musicale e significa ”a discrezione”, questo rende libero il musicista di ripetere alla fine di un componimento un numero di battute a piacere all’interno di una partitura musicale. Il suono prodotto dalla scultura è un ronzio continuo intervallato dal suono ritmico regolare della macchina per la ventilazione assistita, una composizione fredda che consente un’unica variazione quando si preme l’interruttore di spegnimento. Al di là dell’aspetto estetico e minimalista l’opera interroga sui tentativi di prolungare la vita artificialmente sostituendo gli organi del corpo con le macchine. Il riferimento al requiem musicale sembra indicare che tenere i pazienti in una fredda condizione di attesa ha il fine ultimo di alleviare il dolore a chi continuerà a vivere. Matteo Marangoni

 

Michele Spanghero “Ad lib.” sound sculpture