edited by Regine Rapp and Christian de Lutz – [Macro]biologies & [Micro]biologies. Art and the Biological Sublime in the 21st Century

Macrobiologies

Blurb, ISBN: 978-1320652773, English, 98 pages, 2015

Ciò che è stato collettivamente definito in passato come “bio art” è ora diviso in una serie di diversi rami, che coinvolgono molteplici equilibri tra arte e scienza e diverse discipline collaterali. Resistente a una definizione chiara, questo campo dell’arte sembra essere sempre meno irreggimentato, diversificando i suoi approcci e la costruzione di nuovi ponti tra le discipline. Ciò è particolarmente evidente nelle recenti iniziative, come ad esempio questo esaustivo catalogo della serie [Macro]biologies & [Micro]biologies, che ha avuto luogo presso Art Laboratory Berlino tra il 2013 e il 2015, ospitando quattro mostre e numerosi seminari e workshop. Il laboratorio, come entità viva, è stato il fulcro di tutte queste attività, ma se c’è una direzione specifica che sembra sostenere alla base il progetto è la dimensione “urbana”. Questo si intravede nelle varie sezioni, che a loro volta sono in rapporto con una serie di altre discipline , ad esempio geografia, zoologia, biochimica, botanica e altre. Tale vocazione – tuttavia – è particolarmente evidente nel “Mapping the Urban Grind Mill”, un progetto di Alexandra Regan Toland che analizza il terreno circostante il laboratorio e rende il pubblico consapevole di come esso contribuisca alla sua costituzione attraverso la sporcizia “portata” sotto le scarpe. Questo si collega all’etica preferita da Denisa Kera nel suo testo, praticando quello che lei definisce “l’arte del suolo” e l’istigazione alla creazione di fondamentali “beni comuni bio” attraverso pratiche open source e DIY. L’approccio di Kera sembra particolarmente interessante ma è solo una delle tante traiettorie differenti esplorate nell’ambizioso progetto.