Bruce Gilbert And BAW – Diluvial

BruceGilbertAndBAW_Diluvial

CD – Touch

Il nome di Bruce Gilbert non è certo nuovo per chi appena ventenne bazzicava i suoni punk-rock emergenti dalle periferie inglesi: come non ricordare – infatti – i Wire, una delle band più scontrose e intellettualoidi di quella scena, della quale Gilbert è stato uno dei protagonisti, chitarrista, studente dell’accademia d’arte di Watford, da dove il gruppo aveva mosso i primi passi. Nel frattempo ne è passata di acqua sotto i ponti – è proprio il caso di dirlo – tanto da ritrovare l’ex-punk nelle vesti di compositore experimental, qui per Touch assieme ai Beaconsfield ArtWorks (ovvero David Crawforth e Naomi Siderfin), combo con il quale già dal 2012 aveva avviato un progetto collaborativo che aveva come tema l’aumento del livello del mare, le dinamiche geologiche, il riscaldamento globale e il cambiamento climatico. Quella di “Diluvial” – tuttavia – s’imprime anche come una elegante metafora su un paesaggio sonoro in continua evoluzione, immaginando il mondo prima, durante e dopo la prossima probabile grande alluvione. Le field recording delle spiagge di Suffolk e Londra, i soffusi soundscape, rimandano non a caso ad un universo interiore dalle venature distopiche: è solo lo spazio interiore quello che veramente ci parla di noi ed è oggetto d’esplorazioni proficue, affermava Ballard – un altro “new wavers” del contemporaneo – e “l’unico pianeta veramente alieno è la Terra”, il luogo della nostra esistenza e dove si consuma ogni umana peripezia. Occuparsi dello stato di salute del pianeta – anche solo idealmente – significa prendersi cura di noi stessi, immaginare nuove derive possibili e territori: la preoccupazione ecologica tuttavia mai sembra sopravanzare il bisogno concettuale di “nuovi approdi”, l’imperioso diritto a una natura anche tristemente bella e contaminata.

 

Bruce Gilbert and BAW – The Void [Touch]