Dominic Lopes
 – A Philosophy of Computer Art

Routledge

Routledge, 
2009, 
English, 160 pages, 
ISBN-13: 978-0415547628

Concentrandosi sulla natura processuale della computer art e tralasciando volutamente tutte le questioni strettamente connesse al digitale, questo libro cerca diligentemente di definire una filosofia della computer art. Per eseguire questa operazione, Lopes cerca di essere il più rigoroso possibile nel formulare le definizioni e le relazioni tra concetti. La sua tesi è strutturata scrutando a fondo l’essenza della tecnologia informatica e articolando un discorso filosofico preciso. Per questo motivo è una lettura interessante: all’inizio del libro diversi problemi concettuali legati alla new media art vengono infatti affrontati con sillogismi che costruiscono nuove definizioni. Anche se alcune di esse, come ‘arte digitale vs computer art’ sono alquanto discutibili, il concetto di “interattività” resta essenziale nel discorso Lopes. Viene approfondito, ad esempio, il fattore dell’”esperienza”, mostrando quanta pregnanza questo concetto ha e in particolare il suo compito essenziale nel definire “artisti” e “utenti”. L’autore poi prosegue soffermandosi in maniera particolare, ad esempio, sull’indipendenza del codice rispetto ai dati che esso stesso processa, e sulla “potenza di calcolo” come mezzo specifico utilizzato dalla computer art. Poi, infine, si passa alla videogame art, un territorio spesso denigrato perchè povero delle caratteristiche essenziali per una fruibilità dell’arte (come ad esempio la mancanza di tempo disponibile per la riflessione durante un gioco). Lopes, in una certa misura, sposa una teoria di difesa logica di ciò che egli chiama computer art, per sancirne il suo essere forma d’arte, e lo fa attraverso un’analisi meticolosa, utilizzando un gran numero di opere d’arte, esemplari per sostenere le sue teorie.