Orlan
"L'uomo e' un'invenzione che l'archeologia del nostro pensiero non ha difficolta' ad assegnare ad un'epoca recente. E forse neanche a dichiararne la prossima fine", ha scritto M. Foucault. E del resto mai come oggi, nell'era della simulazione e dell'immateriale, dell'ingegneria genetica e dei mondi virtuali, il vecchio corpo 'biologico' appare obsoleto e insufficiente a sostenere il confronto con il suo doppio meccanico o sintetico. Un corpo ormai reificato nell'immagine, ridotto allo spettacolo della sua rappresentazione, testimone ultimo di quella perdita di identita' del soggetto cartesiano che il 'disagio della civilta'' moderna aveva gia' mostrato scisso e alterizzato. All'esplosione epocale di identita' moltiplicate (geografiche, sessuali, telematiche, sociali...) neanche esso sembra offrire piu' riparo. Ma e' proprio un male? O non e' il caso di usufruire della gamma di opzioni che si apre oltre l'ossesione dell'integrita' immutabile?
Il lavoro di Orlan si pone in bilico sull'interstizio inquieto di queste domande, che certo segneranno il corso del prossimo millennio. Portavoce precoce e provocatoria delle mutazioni di sensibilita' dell'era elettronica (non e' questo l'unico ruolo possibile per l'artista?), Orlan sconta letteralmente sulla sua pelle il bisogno di trasformazione, le sue contraddizioni e virtualita'. Nove interventi di chirurgia plastica in cinque anni accuratamente progettati al computer, hanno mutato il suo volto sulla scia di suggestioni iconografiche della Storia dell'Arte (i ritratti di Diana, Europa, Venere, Psiche, la Gioconda). Un capovolgimento paradossale delle pressioni stereotipate dei modelli estetici a carico soprattutto delle donne, che smaschera nel corpo l' iscrizione di codici socio-culturali.
Rivendicare una liberta' di intervento su di esso implica allora anche la necessita' di ripensare la nozione stessa di Soggetto. La possibilita' cioe', per quanto ancora limitata, di riprogettarsi oltre le imposizioni restrittive del controllo legale (il prossimo passo sara' ottenere un cambiamento di registrazione all'anagrafe) e di riflettere e far riflettere in modo problematico sugli orizzonti di mutazione del nostro mondo.
Sono un' artista multimediale, pluridisciplinare e/o interdisciplinare. Ho sempre considerato il mio corpo di donna, il mio corpo di artista donna, materiale privilegiato per la costruzione del mio lavoro.
Il mio lavoro ha sempre interrogato lo stato del corpo femminile, attraverso le pressioni sociali, sia del presente che del passato. Ho indicato certe loro iscrizioni nella storia dell'arte.
La modificazione delle immagini possibili del mio corpo ha a che fare col problema dell'identita' e alterita'...
Introduzione alla sua conferenza, Bari 8-Marzo '96
Orlan
Video in mostra
Un peu de temps et vous ne me verrez plus, encore un peu de temps et vous me verrez
(Scolopendra Production)
Associazione Culturale Multilink
Connessione Internet a cura di Rete Pandora.
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