John Peffer – Notes On Cuts

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LP + book – Nothing To Commit

È un raffinato progetto, Notes On Cuts, scritto e realizzato dallo storico dell’arte e studioso John Peffer, che con un approccio davvero atipico e ispirato rievoca criticamente la censura perpetuata dalla South African Broadcasting Corporation, società pubblica che ha amministrato e ancora amministra la radiotelevisione statale in quella regione. L’uscita, che si deve alla Nothing To Commit Records, comprende un 12” più un libro di 46 pagine nel quale l’autore contestualizza le canzoni raccolte (si tratta di produzioni discografiche realizzate durante la lunga stagione dell’apartheid). I vinili di questi dischi sono stati volutamente lesionati dai censori, graffiati per evitare che venissero riprodotti e diffusi nell’etere. “Volevo usare i miei sensi contro la censura, esorcizzare i graffi tenendoli vicini, strusciandomi contro e sentendone i contorni” dice John Peffer ed è sintomatico che per un atto di riappropriazione così significativo siano stati necessari ben trenta anni (è del 1994 la fine di quell’odioso regime di segregazione razziale). “Lunga è la strada verso la riconciliazione”, affermava Desmond Tutu e di fatto la pace in Sudafrica è nata da una forte consapevolezza delle varie parti sociali. In questo caso – tuttavia – si tratta di cicatrici reali, nella compattezza nera del vinile ma anche nella coscienza di una classe oppressa, che dettano il ricordo di quegli accadimenti. Le sonorità e le note di canzoni pensate per essere apprezzate, celebrate e ballate, sono impresse da una proibizione vergognosa e riproposte adesso con gli stessi malfunzionamenti recati da quelle mutilazioni dovute proprio ai graffi e ai conseguenti salti della testina. Le note testuali di Peffer concorrono a una ricostruzione esatta dei fatti, fornendo informazioni suppletive e sottolineando come le decisioni governative fossero prese proprio nell’intento d’esercitare una forma di controllo anche simbolica sulla popolazione. Non è certo questo il primo studio specifico sulla censura in Sudafrica ma l’originalità del suo approccio è indubbia. Peffer nel corso degli anni ha raccolto molte delle copie che portavano comunque i segni di quella censura: album con su scritte come “SABC Bantu Diskoteek” e “SABC Cancelled”, sopravvissuti ai divieti, che indicavano tuttavia che erano stati ritirati dalla normale distribuzione. È stato decisivo per la ricerca che la SABC avesse centralizzato tutto, compreso il materiale censurato, conservando ogni singola copia. Questi archivi sono stati negli anni setacciati metodicamente da Peffer, che infine nel collage adesso presentato non rinuncia a un atteggiamento anche viscerale e in qualche modo più artistico che storico, presentando le registrazioni di materiali che in una fruizione “normale” risulterebbero inascoltabili, anche questo assolutamente in linea con la sua formazione estetica e culturale.

 

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