Amby Downs – Ngunmal

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CD – Room40

Tahlia Palmer, sotto il moniker Amby Downs, presenta per la Room40 di Lawrence English, Ngunmal e I Am Holding My Breath, due composizioni della durata rispettivamente di quasi 29 e 21 minuti, implementazioni che sono state progettate sia in virtù di questa uscita che nelle forme di due specifiche installazioni audiovisive. Quella dell’artista multidisciplinare australiana è un ambient-drone costruita su field recording, quindi piuttosto in sintonia con il lavoro dello stesso head owner, compositore e filosofo dell’ascolto che a sua volta è affascinato dai temi della memoria, delle relazioni e degli spazi d’iterazione, fisici e culturali. Si tratta insomma in entrambi i casi d’immaginare, forse anche re-immaginare, quelle che sono le possibili storie che prendono forma in determinati ambienti, attraverso le loro stesse stratificazioni, costruendo quelle opportunità che permettano una forma congrua d’integrazione fra le parti. “Amby Downs ci chiede”, dice English, “di renderci disponibili”. “Ci chiede di essere vulnerabili ai luoghi e alle situazioni di non conoscenza, di essere incerti, di essere instabili”. Il risultato è potente, anche sul versante dei video che fanno parte dell’installazione, splendide testimonianze della natura australiana e della sua vita animale, di recinti e di luoghi inabitabili (o quasi), di nuvole e di territori desolati, di luoghi per cani selvatici ma certo non privi di una loro forza e bellezza, seppure con tratti a momenti inquietanti e malinconici, non propriamente pastorali e idilliaci. In particolare i suoni delle recinzioni sono stati catturati proprio da Lawrence English mentre tutti gli altri sono stati registrati ed editati direttamente da Tahlia Palmer, che si è concentrata principalmente su elementi metallici altamente risonanti, clangori, cinguettii e registrazioni di ambienti naturali. L’impressione dominante è quella di qualcosa di estremamente materico ma lacunoso, intricato nelle sue restrizioni e intimo, così come è intimo quello che ci spinge a riconoscere dentro di noi il modo in cui operiamo quotidianamente. Tahlia Palmer a proposito del suo progetto musicale insiste molto sul concetto di decolonizzazione, tenendo al contempo molto a cuore il legame con la sua comunità locale, esplorando la storia, l’identità e la connessione con i luoghi. Il tutto cementato da strati di rumore distorto, riverberi cavernosi e field recording.

 

Amby Downs – Ngunmal