Mesmer – Terrain Vague

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Emil Jensen alla tromba, al synth modulare, al sequencer e alle field recording, Anders Filipsen che dà voce a una pletora di altri sintetizzatori e Victor Dybbroe che infonde ritmicamente l’intera uscita. Insieme, il nome del progetto è Mesmer, trio sperimentale affascinato dalla caducità dei suoni e dai differenti contesti – siano essi ambienti naturali o culturali – che le loro pratiche musicali attraversano. In Terrain Vague, che è l’album di debutto del combo, confluiscono una serie di registrazioni dal vivo, abilmente destrutturate, tratte da tre concerti dal vivo i cui singoli elementi a loro volta hanno origine in catture auditive effettuate nei dintorni di Copenaghen, instillate da paesaggi sonori di luoghi dove la natura e la cultura s’incontrano e si sfidano. È con delicatezza estrema che si ricerca una sintonia illuminante e sono molteplici le ispirazioni che confluiscono nelle undici composizioni presentate. Fanno capolino pulsioni space–futuristiche molto cinematografiche e narrative ma non mancano esili romanticismi, così come a volte sono intricate ibridazioni elettroacustiche a essere centrali nello svolgimento dell’ensemble. Ci si perde fra le linee melodiche e le struggenti melanconie che fanno precipitare l’ascoltatore nei pensieri più introversi ma non sono estranei fra i solchi echi minimalistici, di musica ripetitiva, di folk e free jazz, unitamente a sperimentalismi vari di matrice eurocolta. Difficile insomma analizzando queste linee di fuga non farsi prendere dal leit motiv della contaminazione e del meticciato, frutto dell’esaurirsi di una progettualità lineare ma soprattutto del successo di un’idea virale, estremamente efficace, che dagli anni ottanta nella popular music insiste sul superamento degli steccati, delle differenze e degli atteggiamenti oppositivi, in favore d’un rimescolamento di prassi, stili, estetiche e forme produttive. Attorno alla musica avviene sempre tanto, così da condizionarla, modificarla, forse snaturarla o risemantizzarla. In Terrain Vague i processi sottostanti alle composizioni non sembrano mai del tutto espliciti, forzosamente conseguenti a un elaborazione ferrea e prestabilita, probabilmente anche l’improvvisazione rientra fra le molte tecniche utilizzate e se invece esiste un canovaccio questo ci sembra lieve e poi ancora ulteriormente sfumato nel mix di Emil Nielsen, abituato a un’operatività ricca di mescolanze e di fonti sonore spesso combinate in maniere alfine irriconoscibili.

 

Mesmer – Terrain Vague