Lisa Stenberg – Monument

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CD – Fylkingen

Si presenta a marchio Fylkingen in un elegante vinile rosso trasparente da 140 grammi con tasca interna poly-foderata avvolta in pellicola termoretraibile o con un altrettanto stilizzato CD l’ultima fatica di Lisa Stenberg, compositrice di Luleå, nel nord della Svezia ma con base a Stoccolma, la cui musica – solitamente dispensata in passaggi lenti e durate consistenti – è modulata in stratificate sequenze elettroacustiche e intricate evoluzioni, in genere amplificate in live site-specific dove è possibile coinvolgere il pubblico in situazioni d’ascolto particolarmente intensificate, determinate proprio grazie alla struttura degli spazi prescelti. Monument, progetto diviso in cinque distinte composizioni, scaturisce da registrazioni sugli ultra-rari Synthi 100 e 200, enormi sintetizzatori, perlopiù da studio, costruiti a partire dal 1974 dalla Electronic Music Studios di Peter Zinovieff. Oggi pochissimi esemplari di quelle macchine – che videro la luce in qualche decina d’esemplari – sono funzionanti. Il 200 utilizzato da Stenberg è posseduto dall’università di Osnabrück, in Germania, l’altro invece è di proprietà del KSYME-CMRC di Atene, istituzione fondata da Iannis Xenakis che ha collaborato alla realizzazione di questo progetto commissionato dal festival Documenta nel 2017. Il sintetizzatore utilizzato in Grecia non funzionava da più di venti anni ed è quindi – per tutte le persone coinvolte – stato un onore ripristinarlo. Il risultato è una drone-suite dove l’idea di “monumento” incarna un’intensa sensibilità, una densità vulnerabile che abbraccia le nostre profondità interiori, alludendo anche alla maestosità della macchina e alla bellezza dell’elettricità che fluisce sotto l’azione del musicista, trasformando tensione e potenza in accordi ai quali nessun plug-in potrebbe dar vita (sembrerà strano ma non esiste nessun programma emulatore di queste macchine). Il suono si dispiega “clinico”, decisamente minimalista e naturalmente è necessario sperimentare molto, studiare e sintonizzarsi bene su uno strumento così complesso, addirittura molto sensibile ai cambiamenti di temperatura e che richiede continuamente di essere riaccordato. Diceva Robert Moog, “non mi preoccupava che i sintetizzatori avrebbero sostituito i musicisti… prima di tutto, devi essere un musicista per fare musica con un sintetizzatore”. Questo è il caso che conferma la premonizione, perché le sonorità di Lisa Stenberg sono altamente emozionanti, vitali e coinvolgenti. A distanza di cinquant’anni dall’uscita di queste macchine la musica realizzata in maniera “innaturale” non può più essere definita l’opposto della calda musica umana. Le avanguardie – e le macchine – in questo caso hanno vinto a mani basse e per una volta il futuro è stato immaginato così come si è poi realizzato.

 

Lisa Stenberg – Monument