Roberto Lucca Taroni
Stanza Impropria

Se ogni invenzione tecnologica puo' essere vista come un'estensione sensoriale, se il grande modello epocale elettronico non e' altro che un enorme sistema nervoso rizomatico, una rete orizzontale di informazioni che non coinvolgono solo lo sguardo alfabetico ma fanno convivere su una sorta di mega screen ideale immagini, parole, suoni, cambiano le stesse modalita' di relazione in ogni esperienza comunicativa, arte compresa. L'esperienza orale si riaffianca al primato dell'immagine, mentre lo spazio e il tempo si contraggono in una possibile e plurima interazione a distanza. Tutta la ricerca di Roberto Lucca Taroni, anche nella sua iniziale esperienza teatrale, tiene conto di queste suggestioni: nelle sue installazioni l'elemento tecnologico non e' pero' mai pervasivo o predominante, ma diviene il tramite immateriale di amplificazione di un bisogno di entrare in contatto con gli altri e di produrre presenza verso e oltre l'ambiente esterno.(a.m.)



Nella parola stanza parla il permanere, il trattenersi, cosi' come l'appartenervi. Essa e' letteralmente il luogo dove uno sta. Abitarvi permanentemente o fermarsi per un breve periodo delimitano il suo campo di esistenza. La improprietˆ di questa particolare stanza e' determinata dal suo esistere, invece, non in funzione di una persona che la abita, ma come veicolo di diverse esistenze dislocate in spazi e in tempi diversi. Sono i suoi muri e la sua finestra, ovvero la sua pelle, che non delimitano una esistenza ma restituiscono l'esistente di altri luoghi - e con essi, implicitamente, di altre persone - senza le restrizioni della vicinanza o della lontananza, del 'qui e ora'. Cosi' puo' avvenire che la finestra rimandi, ora per ora, paesaggi che sono propri dell'esperienza dell'autore in quel momento, e che quindi possono appartenere sia a luoghi vicinissimi che ad altri lontanissimi rispetto alla stanza. Cosi' puo' avvenire che un muro faccia trasparire - ma anche traspirare - in tutto o in parte la vita che si svolge nella stanza confinante della abitazione accanto. Cosi' puo' avvenire che un'altra parete restituisca i suoni o i rumori che 'accadono' al di la' di essa. In questo modo la stanza diventa il luogo dell'abitare di un 'molteplice', diviene una dimora che non appartiene o non conviene esclusivamente a una persona, si trasforma, quindi, letteralmente in stanza impropria. Ma stanza e' anche un numero determinato di versi, che formano un senso completo e sono sottoposti per loro caratteristiche a un certo ordine, che va sempre ripetendosi ad ogni stanza.
E cio' e' anche quello che avviene da un giorno all'altro all'interno di questa installazione, ovvero che la stanza passa da una stanza all'altra. Che e' un po' come dire che anche questo luogo fisico, cosi' come quello poetico, e' caratterizzato dal riposo, o - meglio - da un senso fortemente sospeso alla fine di un ordine.
Roberto Lucca Taroni


Associazione Culturale Multilink
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