Tim Collins & Reiko Goto With Chris Malcolm ‎– Plein Air | Silva Datum Musica

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LP – Gruenrekorder

Con il proliferare d’un certo interesse – vero o presunto – per l’ecologismo e i temi ambientali, il “verde” ha oramai invaso qualsiasi specifico delle espressioni artistiche, siano queste decisamente mainstream, oppure esibiscano caratterizzazioni più controculturali e/o concettuali-concettose. Naturalmente non è una novità che alle piante ed ai loro immaginari sia riservata un’attenzione particolare. Così è stato da sempre nella storia dell’arte, nell’architettura, nella danza, nella pittura e nella stessa musica. Che questo travalichi i confini fra primitivismo, accademia, modernità, postmodernità e contemporaneità estrema è un dato oggettivo. Che si tratti di moda passeggera può esser detto solo da chi non ha gusto nell’identificare anche nelle nuove scene quello che ha sempre mosso le emozioni umane. Attraverso l’utilizzo di sensori e con software specifici, Tim Collins e Reiko Goto, con l’apporto anche del programmatore e sound artist Chris Malcolm, generano dati in tempo reale. Presumendo che i suoni di ciascuna delle sonificazioni programmate siano abbastanza musicali da conquistarci all’ascolto, timbri e volumi possono dipendere dalle luci e dalle temperature, dal numero di spettatori. Possono anche variare a seconda dei differenti setup, attribuendo parametri ad hoc per localizzazioni e tipologie di piante dalle quali sono state tratte le registrazioni, utilizzando prevalentemente microfoni a contatto. Un computer non genera musica da solo – quasi mai – e ritmo, melodia, trama, tempo e armonia sono sempre funzione di qualcos’altro. Eppure Tim Collins riesce a sorprenderci, quando con assoluta schiettezza dichiara di aver scelto “il suono per la sua purezza estetica, con l’obiettivo di ascoltare gli alberi più chiaramente, mentre reagiscono ai cambiamenti di anidride carbonica, temperatura e umidità”, o equipara al cavalletto portatile degli impressionisti il suo sistema digitale di cattura, alludendo alla metafora della pratica della pittura all’aria aperta. Ci gira la testa nel pensare a come reagiamo a ciò che ci aspettiamo di “ascoltare” quando si tratta di natura, qualsiasi sia la funzione innestata su ogni possibile cambiamento di stato. Le piante possono ancora essere fonte d’ispirazione e qui i suoni sono comunque molto armoniosi seppure quasi improvvisativi, modulati su dati precisi ma comunque non asettici, adattati al preciso scopo che è innanzitutto quello di produrre nuove e interessanti forme musicali.