Goh Lee Kwang & Christian Meaas Svendsen ‎– Gibberish, Balderdash And Drivel

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CD – Nakama

Quello fra il malese Goh Lee Kwang (uno specialista di nylon guitar) e il norvegese Christian Meaas Svendsen (provetto contrabbasssista jazz) è stato un incontro davvero poco convenzionale, voluto dalla Nakama Records – responsabile dell’uscita – e tenutosi alla Minut Init Art Social, una galleria d’arte indipendente nei pressi di Kuala Lumpur. L’intento è proprio quello di far collidere-convivere due differenti approcci e linguaggi musicali, le provenienze geografiche e l’avvicendarsi generazionale, con la consapevolezza che forse proprio nell’incertezza di una simile relazione si crei una compenetrazione musicale dagli ibridi sufficientemente coerenti e sensibili. Non sappiamo se in “Gibberish”, la prima delle tre tracce presentate, sia voluto un riferimento diretto all’omonima meditazione sannyasi (una pratica che serve a liberarsi della mente attiva), una sorta di presente liberatorio fatto di emissioni sonore senza senso e concatenazioni di linguaggi improprie o solitamente non considerate. A partire da questa suggestione, le registrazioni – che sono state effettuate in presa diretta e con un dispositivo portatile – in questa prima traccia ci sembrano piuttosto nervose, spesso dissonanti, con una scarsa attitudine nel cercare una sintonia. È, a nostro avviso, il primo stadio d’una presa d’atto al di fuori del sé cosciente che rigetta le loro personali ossessioni, gli stilismi cristallizzati, la comfort zone che ciascun artista si porta dentro. In “Balderdash”, invece, le trame sono appena più riflessive, seppure l’attitudine a sottolineare l’aspetto insensato di queste progressioni musicali rimanga lo stesso, come anche in “Drivel”, che a sentire gli stessi autori è però la migliore delle tre improvvisazioni realizzate, grazie a un suo spirito “assai riservato e poetico”. Inutile mettersi alla ricerca di una qualche coerente narrazione fra i solchi: non è quello che si sono prefissati i due musicisti, più abili a districarsi fra dettagli, allusioni e ombre, espressività più o meno insistite e contorsionistiche sapienze, senza cedere alla tentazione d’innalzare sofisticate strutture per farne dei paraventi teorici o interpretativi. Frammenti sonori s’accavallano gli uni sugli altri e qualcuno potrebbe obiettare che in fin dei conti si tratti solo di processi improvvisativi, abbastanza tipici del jazz nelle sue espressioni più ostiche e concettuali. Eppure un respiro maggiore permea le tre jam session e le corrispondenze che fanno capolino sembrano lanciate a partire da un rifiuto molto intimo di strutture musicali ordinarie.

 

Goh Lee Kwang & Christian Meaas Svendsen ‎– Gibberish, Balderdash And Drivel