edited by by Josephine Berry Slater, Anthony Iles, Clemens Apprich, Oliver Lerone Schultz ­– Plants, Androids and Operators

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PML Books, ISBN-13: 978-1906496968, English, 188 pages, 2014, UK

Il Post-Media Lab, che è un’emanazione della crew della rivista Mute, presso l’Università Leuphana, è diventato un eccitante punto di riferimento per una serie di artisti e ricercatori. Essi hanno sviluppato progetti sotto l’ombrello teorico della definizione post-media di Felix Guattari, individualmente declinato come “operatori” post-media di Slater. Questa antologia documenta progetti – anche liberamente scaricabili – sviluppati nel corso di due anni e mezzo. La sua natura critica emerge chiaramente attraverso la discussione di un’ampia gamma di ambiti culturali, rivelandosi uno strumento potenzialmente formidabile in un aggiornato scenario politico. Tra gli argomenti: la voce dei blogger che hanno preso parte alla “primavera araba”, una visione “ecologica” di trading ad alta frequenza, la trasparenza della comunicazione mobile nascosta svelata attraverso una applivazione, performance con elettronica indossabile dirette a prevenire la violenza sessuale nella comunità LGBT e land art computazionale (solo per citarne alcuni). Questi progetti si adattano davvero bene insieme anche in un comune contesto, sfidando lo status quo tecnologico e sociale. I progetti anche destabilizzano efficacemente la visione di tecnologie che inducono rituali di isolamento (come il controllo che crea dipendenza di informazioni in entrata di tutti i tipi) mediante l’impiego di un atteggiamento completamente differente, collettivamente costruendo pezzo per pezzo uno scenario multimediale che è un probabile futuro per noi. L’eterogeneità dei progetti, che hanno ereditato molti degli attributi di Mute, collegano diversi campi utilizzando un linguaggio comune, creando un ritratto politico intessuto di teoria, media e azione.