Kate Mondloch
 – Screens: Viewing Media Installation Art


Screens: Viewing Media Installation Art

208 pages
, Universuty Of Minnesota Press
, 2010, 
English, 
ISBN 978-0816665228
Quanti schermi dobbiamo affrontare nella nostra vita quotidiana? Quanto tempo i nostri occhi ogni giorno passano a guardare schermi di ogni genere? La risposta può risultare quasi imbarazzante, ma mette a fuoco l’enorme influenza che questi dispositivi hanno nella mediazione della cultura contemporanea. Senza dubbio, noi “vediamo” in modo diverso come siamo ora, da come si “vedeva” venti o quaranta anni fa. Kate Mondloch concentra in questo libro essenziale “l’esperienza della visione di opere in galleria realizzate con film, video e schermi di computer” – quella che è definito solitamente “screen-based art”. Anche se lo schermo come “dispositivo” esisteva già prima del cinema e della fotografia, fu solo a partire degli anni sessanta che gli schermi sono entrati a far parte delle installazioni d’arte. L’analisi dell’autrice è costruita attraverso diverse opere emblematiche, partendo dagli esperimenti seminali nei primi anni settanta di Sharits e Snow, attraverso Gilette e la pila di televisori di Schneider, fino ai video corridoi di Nauman e alla dilatazione del tempo Gordon e la manipolazione della narrazione di Aitken nello spazio sullo schermo. Tempo e spazio sono fondamentali per la storia dell’arte contemporanea, che sono protagonisti di gran parte della screen-based art. Alla fine del libro vengono discusse due opere di telepresenza: una di Hershman-Leeson e il famoso “Telegarden” di Goldberg. L’indagine dell’autrice sull’interfaccia che gli artisti creano tra schermi e individui è fenomenologica, in relazione a nuove modalità di fruzione e soggettività in quella che alla fine (tempestivamente) descrive come la “società dello schermo”.