Media Activism vs. Republican National Convention.

In questi giorni Il fronte di attivismo mediatico che protesta contro la Republican National Convention a New York ? incredibilmente numeroso e variegato. Decine di progetti, azioni, strumenti vengono messi in campo per consolidare un vastissimo movimento che negli States ha deciso di uscire pubblicamente allo scoperto contro i vaneggiamenti di un Presidente (Bush) dai deliri di onnipotenza che non si vuole rieletto. A partire da TXTmob, il tool messo a punto dall’Institute for Applied Autonomy (IAA) per facilitare la comunicazione in gruppi attraverso SMS, alle t-shirt di Signal Orange, che portano stampati in bella evidenza delle sorta di epitaffi dei morti in Iraq e del motivo per cui non potranno votare a novembre, fino alla Operation Urban Terrain progettato da Anne-Marie Schleiner e da un team di donne pronte a mettere in scena sulle pareti dei palazzi la simulazione di giochi militari. Ma c’? anche una Dissention Convention organizzata da Furtherfield.org, con artisti quali Glowlab, Helen Varley Jamieson, Lewis Lacook, che creeranno performance dal vivo focalizzate sulle influenze negative della politica governativa fatta di bugie, ospitate dall’RNC Node alla Postmasters Gallery e altri luoghi, e ‘Stop Wars’ il virtual sit-in messo su da Ricardo Dominguez. Il tutto mentre i militari del Federal Protective Service, come novelli robocop sono stati equipaggiati con videocamere wireless negli elmetti che mandano i loro streaming video a furgoncini all’interno dei quali vengono prese le decisioni strategiche.